La luce indica la profondità spaziale perchè tende a diffondersi e a diventare vibrante in lontanaza. Per questa ragione gli oggetti in lontananza sono meno definiti e man mano che si allontanano appaiono sempre più sfumati dino a scomparire.
Per vedere una forma nella sua tridimensionalità è determinante l'orientamento del flusso luminoso che colpisce l'oggetto: se osserviamo un cono bianco dall'alto, può apparire come un disco piatto oppure come un solido se l'illuminazione lo colpisce lateralmente.
Dalla quantità della luce e dal tipo di fonte luminosa che colpisce un oggetto noi ne percepiamo la forma e le dimensioni.
L'OMBRA appare dal lato opposto alla provenienza della luce.
Da questa diversità della superficie e cioè dal chiaro scuro è possibile cogliere l'aspetto tridimensionale dell'oggetto. Osservando le ombre con attenzione noteremo che non sono scure in modo uniforme ma che variano a seconda della luce riflessa da altri oggetti .
Se guardiamo ad esempio un oggetto sferico, il suo colore ci apparirà chiarissimo nel punto in cui la luce lo illumina direttamente e diventerà man mano più scuro verso la parte opposta. In questo caso si ha l'OMBRA PROPRIA dell'oggetto e ne definisce il volume che l'oggetto occupa nello spazio. La forma dell'ombra propria cambia a seconda dell'oggetto su cui si crea: su un oggetto tondeggiante sarà curva e sfumata, mentre su una struttura squadrata sarà uniforme con termini netti. In ogni caso il contorno dell'ombra propria è sempre graduale e la sua ampiezza dipende dalla distanza dalla sorgente luminosa.
L'ombra dell'oggetto che si forma sulla superficie su cui è appoggiato si chiama OMBRA PORTATA. Questa serve a capire le forme su cui è appoggiato l'oggetto, e ne evidenzia le caratteristiche rivelandone la natura. Il suo contorno in genere è abbastanza netto.
Se guardiamo ad esempio un oggetto sferico, il suo colore ci apparirà chiarissimo nel punto in cui la luce lo illumina direttamente e diventerà man mano più scuro verso la parte opposta. In questo caso si ha l'OMBRA PROPRIA dell'oggetto e ne definisce il volume che l'oggetto occupa nello spazio. La forma dell'ombra propria cambia a seconda dell'oggetto su cui si crea: su un oggetto tondeggiante sarà curva e sfumata, mentre su una struttura squadrata sarà uniforme con termini netti. In ogni caso il contorno dell'ombra propria è sempre graduale e la sua ampiezza dipende dalla distanza dalla sorgente luminosa.
L'ombra dell'oggetto che si forma sulla superficie su cui è appoggiato si chiama OMBRA PORTATA. Questa serve a capire le forme su cui è appoggiato l'oggetto, e ne evidenzia le caratteristiche rivelandone la natura. Il suo contorno in genere è abbastanza netto.
I contorni delle figure fanno in modo che una superficie si stacchi da uno sfondo ma è solo con una differente luminosità ( il chiaroscuro ) di queste superfici che possiamo osservarne le diverse caratteristiche.
Diverse fonti luminose creano effetti diversi, studiati in pittura, in fotografia e nel cinema (anche nello studio degli ambienti ecc)per creare stati emoizionali e significati diversi.
Quando iniziamo a disegnare dobbiamo ossrvare attentamente tutti gli effetti prodotti dalla luce e quindi dall'ombra sugli oggetti, in modo da utilizzare linee e colori in modo appropriato. Perciò è bene iniziare chiedendosi da dove proviene la luce, considerare quanta e quale parte dell'oggetto è più in luce e quale più in ombra. Quando un oggetto è molto illuminato sembra più grande e vicino di un'altro meno illuminato.
CENNINO CENNINI raccomandava agli artisti nel 1390: " analizza accuratamente la luce, scopri da dove viene; seguila, altrimenti la tua opera sarà piana".
ILLUMINAZIONE FRONTALE: la fonte luminosa è posta presso l'osservatore o alle sue spalle e così l'oggetto viene tutto illuminato e non compaiono ombre proprie, quindi appare appiattito con invece risalto dei vari aspetti della superficie. L'ombra portata è tozza e va dietro l'oggetto creando poco risalto nella composizione e senza dare il senso della profondità e dello spazio.
ILLUMINAZIONE LATERALE o INCIDENTE: i contrasti di chiaroscuro fanno risaltare concavità e sporgenze e lo spessore dell'oggetto. La posizione della figura nell'ambiente è chiaramente definita dall'ombra portata molto allungata lateralmente sul piano. Questo tipo di illuminazione è la più adatta a creare la tridimensione degli oggetti e la profondità spaziale. Se dipingiamo all'aperto questa illuminazione la troviamo al mattino presto o verso sera.
ILLUMINAZIONE RADENTE: la luce proiettata vicino la superficie di un'oggetto, in modo parallelo, fa risaltare le superfici e ne mette in evidenza la trama e ogni più leggero rilievo.
ILLUMINAZIONE DALL'ALTO: la luce che scende dall'alto origina ombre corte e violente, che vanno verso il basso. In fotografia è usata per creare effetti drammatici.
ILLUMINAZIONE DALL'ALTO: crea un'illuminazione innaturale, ed in teatro a volte è usata per sottolineare momenti drammatici.
ILLUMINAZIONE OBLIQUA: mette insieme alcuni elementi della luce laterale e di quella dall'alto o dal basso così i soggetti emergono solo in parte e il contrasto del chiaroscuro crea una certa dinamicità. Questo tipo di illuminazioneè stata scelta nel 1600 dal Caravaggio.
CONTROLUCE: si crea quando l'oggetto è posto tra l'osservatore e la sorgente luminosa. L'oggetto appare completamente in ombra, rimanendo evidente il contorno, la silhouette, ma non i particolari della sua superficie e la sua tridimensionalità. L'ombra portata è proiettata in verso l'osservatore. In controluce si evidenziano paesaggi, panorami cittadini, tramonti.
LUCE DIRETTA: l'effetto è tagliente, i colori appaiono vivaci ed intensi, le ombre sono nette e decise con forti contrasti di chiarioscuro. In una giornata di bel tempo con il cielo limpido si possono osservare questi effetti.
LUCE INDIRETTA: sfuma le ombre proprie e portate e priva gli oggetti di contorni netti. I colori risultano più spenti e l'effetto è più delicato e distensivo.
I passaggi chiaroscurali sono più graduali, meno violenti creando una uniformità che rende l'immagine malinconica e suggestiva. Su un volto rende più morbidi i lineamenti. Questa situazione luminosa la osserviamo quando la luce del sole è filtrata dalla nebbia o dalle nuvole.
MONDO REALE ED EMOTIVO:
le parti più illuminate di una composizione attirano l'attenzione dell'osservatore, spingendolo ad osservare solo quelle, e nella direzione indicata dalla luce e dalle ombre.
IN TEATRO E IN TELEVISIONE: si usa la luce per concentrare l'attenzione di chi guarda sul protagonista della scena.
Se in una composizione spostiamo in successione il fascio luminoso da un'oggetto all'altro otteniamo che lo sguardo segua il percorso della luce escludendo così altri particolari.
IN FOTOGRAFIA: la luce viene usata per 'disegnare' ed evidenziare i contorni delle cose.
IN ARCHITETTURA: la luce contribuisce a definire gli spazi interni:
nelle CHIESE MEDIOEVALI la luce filtra da strette finestre con vetrate colorate e crea un'atmosfera cupa e molto suggestiva. Gli studiosi medioevali attribuivano alla luce un potere divino che indicava la presenza di Dio.
Negli EDIFICI RELIGIOSI GOTICI venne utilizzato il più possibile il vetro realizzando ampie aperture. Di conseguenza la luce entra in abbondanza all'interno della struttura togliendo l'impressione di ambiente chiuso e cupo.
Nel RINASCIMENTO: la luce non è più considerata come un evento soprannaturale, ma come un mezzo per capire e descrivere il mondo reale.
Periodo BAROCCO: viene accentuato il contrasto tra luce e ombra che crea senso di drammaticità
Le ombre risvegliano nell'uomo antiche paure, incertezze e timori. Pur sapendo che le ombre derivano da una variazione della luce, l'ombra appare come una forma autonoma e può essere vista come cattiva.
In alcune civiltà si crede che l'ombra sia lo sdoppiamento della persona da cui è proiettata.
Le ombre risvegliano nell'uomo antiche paure, incertezze e timori. Pur sapendo che le ombre derivano da una variazione della luce, l'ombra appare come una forma autonoma e può essere vista come cattiva.
In alcune civiltà si crede che l'ombra sia lo sdoppiamento della persona da cui è proiettata.
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